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sabato 31 luglio 2010

Cammino Neocatecumenale i distruttori del Sacramento della Confessione..4° parte


 Carmen e Kiko, eretici fondatori della setta Neocatecumenale....



Tratto dal libro di Don Elio Marighetto I SEGRETI DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE 
4° PARTE.......
PECCATO E CONVERSIONE
L’UOMO PECCA PERCHE’ HA PAURA DELLA MORTE

“Qual è la barriera fondamentale che sta sotto le altre? Che cos’è che in fondo separa gli uomini? LA PAURA DELLA MORTE! A CAUSA DI ESSA SIAMO TUTTI SCHIAVI DEL MALE… PER QUESTO NON POSSIAMO AMARE…” (OR, p. 11).
“Questo tipo di affermazione insinua… che gli uomini sono separati sempre e comunque da barriere… (che) si ergono quando qualcuno non la pensa come te… Questo pensiero… annulla qualsiasi tipo di dialogo e di dialettica… La persona si convince di non farcela ad amare, di non poter compiere alcun bene, ma solo di peccare. Ecco perché occorrono tanti anni di cammino: perché per convincere la gente … è necessario tormentarla per anni e anni, molti resistono a questo martellante pensiero, altri alla fine cedono e rimangono, eliminando completamente l’autostima, il pensar bene di sé e degli altri. Allora comincia prima a scomparire l’allegria, poi il sorriso dalla bocca dei NC, e infine lo sguardo diventa sfuggente e triste. La vita senza possibilità di amare diventa grigia, nera, e guai a convincersi del contrario, finché tutti i collegamenti mentali sono controllati da questo pensiero: ‘nessuno può amare: quindi nessuno mi ama veramente!’. Se nessuno mi ama, tutto il CN, persino le risonanze, finiscono per essere un’accusa di se stessi come incapaci d’amare, e un’accusa degli altri perché non ci possono amare” (Test. Ex-Cat., pp. 3-4). “Abbandonarsi in Dio, per Kiko, si risolve nell’abbandono totale alla sua misericordia che tollera e perdona colui che non cambia, che ama così come si è. Questo può dare… una certezza: quella che non c’è alcuna responsabilità nel peccato e… annulla completamente il pentimento nel cuore dei NC che, poiché incapaci di fare il bene, si sentono autorizzati a continuare… in balìa degli eventi, a perdonarsi sempre perché impossibilitati a migliorarsi… D’ora in poi sarà quello di stare contento nel peccato che non può evitare” (Test. Ex-Cat., p. 13).
“Per tanti anni fummo catechisti e quello che ci tormentava era proprio l’andare indietro, piuttosto che progredire, come si dice in gergo NC: scendere nella propria realtà di peccato. “Mio marito lasciò il CN dicendo…: ‘Non capisco perché questa predicazione produce effetti contrari a quelli che dovrebbe dare!’. Io cominciai… un lavorio mentale per capire… dove si trovava l’inganno e ben presto trovai la chiave di tutto in Bonhoeffer… i cui libri Kiko aveva fornito a tutti i catechisti e quindi erano anche in mio possesso. Il Signore però ha voluto tutto questo, con indicibili sofferenze in famiglia e nella mia mente spaccata in due da questo pensiero deviante” (Test. Ex-Cat., p. 17). “I NC perdono molto presto il senso del dovere… Gli unici doveri che si hanno sono quelli verso la predicazione kikiana, che non è altro poi che un voler convincere chi ascolta che l’uomo non può compiere il suo dovere perché è limitato, condannato a fare il male. Chiunque ti dice devi, non sa che non puoi. Nel linguaggio NC scompare immediatamente la parola <> perché considerata un moralismo” (Test. Ex-Cat., p. 32).
“Gesù figlio di Davide abbi pietà di me, che sono un peccatore” (OR, p. 15).
“E’ la preghiera che si propone nel testo ‘Il pellegrino russo’, alla quale Kiko aggiunge o ordina di aggiungere: <> questo, ripetuto per mille volte per un quarto d’ora al giorno, ti convince sempre di più d’essere un peccatore (e proprio a questo mira)… Nel NC si opera… cercando di demolire la personalità dei NC convincendoli di essere incapaci di fare il bene e di amare” (Test. Ex-Cat., p. 4).

“Questo è il primo segno: l’amore, il secondo: l’unità” (OR, p. 26).
“Come si possono dare i segni di amore e di unità se l’uomo non può amare? Qui incomincia la prima contraddizione che riesce a confondere le idee e la mente degli… ascoltatori. Da un canto si dice che bisogna dare i segni, dall’altro che non si possono dare. Lo stesso quando dice: ‘Convertitevi!’. Frase ripetuta dai suoi catechisti e dai sacerdoti come una pugnalata. Come puoi convertirti se non puoi fare il bene?” (Test. Ex-Cat., p. 6).
“Questo catecumenato lo facciamo in piccole comunità che ci aiutino a vedere la nostra realtà profonda di peccato…” (OR, p. 75).
“La sua esasperata convinzione di peccato, prettamente luterana, farà scendere la comunità in una sempre più profonda convinzione d’essere peccatori, impotenti d’autocontrollo e d’autocorrezione. La conseguenza di queste affermazioni è che se uno i peccati non li ha fatti, o non li conosce, fa presto a impararli con la confessione pubblica. Invece di scoprire il bene che c’è dentro di noi, Kiko invita a scoprire il male… Molto pericoloso è infatti ascoltare questa predicazione che vuole convincerti d’essere sempre e comunque un peccatore senza volontà e quindi senza alcuna responsabilità. Diverse persone accusano disturbi a livello psicologico, crisi d’identità, esaurimenti, oppure si convincono talmente d’essere peccatori che agiscono di conseguenza, anche perché i peccati,… afferma Kiko, li permette Dio; gli errori non dipendono da noi, non ne abbiamo responsabilità, visto che non siamo liberi per la paura della morte. Qui penso si tocca il fondo: nelle comunità infatti, viene fuori il peggio della gente, perché condizionata mentalmente da questo pensiero. Del resto Kiko lo dice chiaramente: la comunità serve a scoprire la realtà profonda di peccato e non l’amore che c’è dentro di noi. Questa pedagogia porta all’annientamento della persona… all’insicurezza di sé e dell’agire…” (Test. Ex-Cat., pp. 19-20).
“Bisogna dire alla gente… che la Chiesa è un evento oggi in ordine alle nazioni, non alla propria perfezione personale” (OR, p. 83).
“Il NC non mirerà più alla propria perfezione personale perché il problema non è di mantenersi puliti, perché Dio è misericordia. … Per Kiko bisogna provare il peccato per conoscersi meglio, per capire chi siamo e questo viene detto interpretando la libertà dell’uomo, la libertà di peccare; tanto Dio ci ama. ... gustare la libertà di peccare è proprio del cristiano che, a detta di Kiko, è colui che pecca di più e poi si rialza. Proprio questa frase: <> continua a confondere la mente inducendo a credere in un falso Dio tutto misericordia” (Test. Ex-Cat., p. 20). “Ma se si giunge a dire alle mogli e ai mariti che devono arrivare a tradirsi per capire chi sono veramente?… Ecco come vengono minati fin dalle radici i matrimoni. Per questo ritengo che sia proprio una istigazione al peccato e nulla di buono verrà fuori da questa predicazione NC” (Test. Ex-Cat., p. 24).
“I NC sono soliti dire che bisogna essere felici di scoprire la propria realtà di peccato! Come, chiedo io? Naturalmente facendoli e poi rialzandosi” (Test. Ex-Cat., p. 25).
“Ma Gesù Cristo vuole che la Chiesa dia una catechesi contro quella del mondo… che esiste l’amore, che si può amare in una dimensione nuova perché la morte è stata vinta… Questa è la buona notizia! (OR, p. 85).
“L’unico modo che hanno questi fratelli di essere salvati è che la Chiesa dia il suo sangue per loro… Così tutti sono salvati!” (OR, p. 90).

“L’idea di Kiko è quella che la morte è stata vinta e non che Cristo è vittorioso sul peccato. Egli infatti parla di un unico amore possibile, quello nella dimensione della croce, che si risolve poi nell’accettare il fratello, l’altro, così com’è, senza pretendere che cambi. E come potrebbe cambiare visto che non può, per quanto si sforzi, fare il bene? Altro che ‘Cammino’: questo è immobilismo totale… In seguito si vedrà come per lui tutto farà Dio” (Test. Ex-Cat., pp. 20-21).
“L’uomo è schiavo perché non vuol morire, perché ha paura della morte. A questa morte mi riferisco, alla morte ontologica, alla morte dell’essere, alla morte di te stesso.
“Per questa realtà di morte che tu hai, perché non hai altra vita che quella che hai oggi… Questo crea dentro di te un uomo insoddisfatto, sei un uomo in stato di sofferenza perché dentro di te è scolpita la legge naturale, tu sai che ti realizzi amando l’altro, trascendendoti nell’altro. Nel momento in cui il tuo io si trascende nell’altro, chiunque egli sia,… amandolo, realizzi te stesso, compi la legge…
“Ma l’uomo constata ogni giorno… che non può passare all’altro… perché fra lui e l’altro c’è un mostro, un dragone, la morte. Per questo l’uomo è insoddisfatto: perché da un lato sa che si realizza amando, passando all’altro; dall’altro si ritrova incapace di farlo, perché quando ci prova… incontra la morte, ed egli ha paura della morte” (OR, p. 129).
“L’uomo, che peccando ha sperimentato la morte, non vuole morire; quindi tutto ciò che nella vita lo conduce alla morte non lo può sopportare, non può accettarlo. Fugge tutto ciò che lo distrugge e lo fa soffrire.
“L’UOMO A CAUSA DEL PECCATO E’ STATO ACCERCHIATO DALLA PAURA DELLA MORTE E ORMAI NON PUO’ PASSARE ALL’ALTRO, NON PUO’ AMARE” (OR, p. 135).
Perché ha peccato, l’uomo ha paura della morte e non viceversa!
“Credi forse di poter smettere di bere, smettere d’essere egoista? Tu non puoi… perché se tu potessi, a che servirebbe Gesù Cristo?” (OR, p. 142).
“Allora per lui, Gesù Cristo è forse una magia che dove non c’è volontà di conversione da parte dell’uomo, interviene come un mago e gliela dà? Nulla infatti cambia nei NC se loro stessi non si pentono, non hanno dolore dei peccati e con la loro volontà decidono (a costo di spezzarsi) di cambiare. Di nutrirsi del corpo di Cristo in una vera messa, non in quella in cui non ammettono la transustanziazione… Se non si aderisce con l’intelletto e la propria volontà al bene, perché lo si riconosce come tale, esso non può essere compiuto. Specie se il peccato viene considerato come una cosa da sperimentare, visto che non lo possiamo evitare.
“In un simile contesto i peccati diventano pericolosamente un vanto, specie perché vengono detti in pubblico” (Test. Ex-Cat., p. 43).
“Guardate che meraviglia: tu hai un corpo morto perché il peccato non ti lascia e non puoi fare opere di vita eterna; fai solo opere di morte: ire, furti, risentimenti, rancori, ecc.” (OR, p. 158).
“Carmen ritiene una meraviglia il non poter fare opere di vita eterna; tu hai un corpo morto perché il peccato non ti lascia, e per lei è una cosa bellissima. Questo non sembra voler convincere che stare nel peccato è meraviglioso?

Diceva un NC di mia conoscenza: ‘Ah! come mi sento bene da peccatore’. Le parole di Carmen diventano regole di vita… Allora ci si rilassa nel peccato incamerando nella mente… questa meraviglia: ‘Dio ti ama così come sei. Rimani dunque così! E’ meraviglioso!’ (ivi, pp. 44-45).

...... Continua.....

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