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venerdì 20 agosto 2010

Eroi della fede nell’anno di grazia 2010....



La liberazione di Mons. Giulio Jia Zhiguo, vescovo sotterraneo di Zhengding (Cina), avvenuta ieri mattina, è una bellissima notizia, che purtroppo non rappresenta alcun segnale di cambiamento da parte del regime comunista di Pechino. Monsignor Jia è infatti già stato arrestato parecchie volte e poi rilasciato dopo mesi.

Asianews riporta che durante questi periodi “egli viene segregato in una stanza e sottoposto a sessioni politiche personali, in cui si cerca di convincerlo a sottoscrivere l’appartenenza all’Associazione patriottica, l’organizzazione del Partito comunista che vuole edificare una chiesa nazionale senza legami con la Santa Sede”.
Martedì sera il vescovo, circondato da centinaia di suoi fedeli, ha potuto celebrare la Messa nella cattedrale del villaggio di Wuqiu, dove risiede.

Anche se Pechino ha pubblicato un piano di azione nazionale per la tutela dei diritti, il 2009 è stato in Cina, secondo il rapporto mondiale del gruppo Human Rights Watch, l’anno nero per i diritti umani e la democrazia. E il 2010 non è di certo iniziato meglio.
“La persecuzione contro cattolici, protestanti e le altre religioni” - scrive Bernardo Cervellera in un editoriale sui 60 anni della Repubblica popolare cinese, celebrati il 1° ottobre 2009 - “è avvenuta subito all’indomani della proclamazione della RPC. Fin dall’inizio, infatti, il maoismo si propone in modo programmatico di distruggere ogni religione come superstizione, o assorbirla come strumento di governo, controllata da organizzazioni alle dipendenze del partito. Così, da subito, personalità delle Chiese che lavoravano per il popolo - e che all’inizio avevano perfino guardato con simpatia l’arrivo dei comunisti” - “si trovano a resistere alla divinizzazione e all’assolutismo del potere, salvaguardando la libertà della propria coscienza”.
 Spesso i religiosi vengono internati insieme agli altri oppositori politici nei Laogai, ovvero in campi di lavoro pensati per intimidire, indottrinare e, allo stesso tempo, fornire un enorme forza lavoro a costo zero. La «rieducazione» è un processo che avviene mediante «lezioni di studio» giornaliere che seguono i lavori forzati. Successivamente il detenuto è costretto a dichiarare pubblicamente le proprie colpe. Così nasce la «nuova persona socialista» che, al fine di mostrare la propria lealtà al partito, spesso denuncia i suoi amici e parenti. Secondo la corte amministrativa i cristiani sono colpevoli di «crimini contro lo Stato, organizzati durante gli incontri di un culto diabolico».
Ma nonostante l’oppressione in Cina accade qualcosa di incredibile. Delle vere e proprie catacombe resistono e anzi si espandono continuamente da 60 anni a questa parte. “Dall’incontro con vescovi e sacerdoti della Cina ci si accorge di essere davanti a una Chiesa giovane, dinamica, vibrante. È pure vero che si vede una Chiesa divisa e perseguitata, dove la fede è messa alla prova. Ma sebbene la Chiesa sia controllata, essa trasuda energia e vitalità… I cattolici in Cina sono forti nella fede e sapranno resistere alla persecuzione. Mi piacerebbe tanto poterli vedere un giorno vivere la loro fede in piena libertà, riuniti con la Chiesa universale”.
Le parole di  Mons. Nugent, rappresentante della Santa Sede di Hong Kong, dimostrano come davvero la speranza cristiana è più forte di tutto e di tutti, anche di chi si serve del potere e dell’ideologia per cancellare la dimensione religiosa dell’uomo, che è la libertà da cui dipendono tutte le altre.

di Mario Mauro

Il Sussidiario.net venerdì 9 luglio 2010

Vescovo della chiesa clandestina liberato dopo 15 mesi.


Pechino (AsiaNews) – Mons. Giulio Jia Zhiguo, vescovo sotterraneo di Zhengding (Hebei) è stato liberato dopo 15 mesi di detenzione in un luogo sconosciuto. La sua liberazione è avvenuta ieri mattina. Ieri sera il vescovo, circondato da centinaia di suoi fedeli, ha potuto celebrare la Messa nella cattedrale del villaggio di Wuqiu (v. foto), dove risiede.
Non sono chiari i motivi del governo per la sua liberazione. In passato mons. Jia è stato spesso arrestato e poi rilasciato dopo mesi. In questi periodi egli viene segregato in una stanza e sottoposto a sessioni politiche personali, in cui si cerca di convincerlo a sottoscrivere l’appartenenza all’Associazione patriottica, l’organizzazione del Partito comunista che vuole edificare una chiesa nazionale senza legami con la Santa Sede.
Parlando con i suoi fedeli, mons. Jia ha spiegato che egli non ha per nulla deciso di appartenere all’Associazione patriottica, né di sottomettersi all’autorità del Consiglio dei vescovi ufficiali [una specie di conferenza episcopale, non riconosciuta dal Vaticano, perché mancante dei vescovi sotterranei].
Secondo fonti di AsiaNews, quest’ultimo suo arresto voleva colpire al cuore i tentativi del Vaticano nel voler riconciliare Chiesa ufficiale e sotterranea dell’Hebei, la regione a massima concentrazione di cattolici. Mons. Jia, vescovo sotterraneo, si era riconciliato con mons. Jang Taoran, vescovo di Shijiazhuang (Hebei), la diocesi ufficiale. I due vescovi si sono incontrati spesso e hanno cominciato a costruire un piano pastorale comune. Ma non appena l’Associazione patriottica lo ha scoperto, ha obbligato i due vescovi a non più incontrarsi e li ha messi sotto custodia della polizia 24 ore su 24. Secondo alcuni fedeli locali, la polizia avrebbe detto a mons. Jia Zhiguo che “questa unità [fra i due vescovi – ndr] è cattiva perché è voluta da una potenza straniera come il Vaticano. Se unità ci deve essere, deve avvenire attraverso il governo e l’Ap”. Data la resistenza di mons. Jia a sottoscrivere l’adesione all’Ap, la polizia si è messa a irridere il vescovo, dicendo che il governo metterà un altro vescovo al suo posto e che per lui “è tempo di andare in pensione, dato che è malato”.
Dopo ciò, mons. Jia è stato arrestato il 30 marzo 2009, in concomitanza con l’incontro in Vaticano della Commissione plenaria sulla Chiesa in Cina. All’epoca, il Vaticano aveva espresso “profondo dolore” per l’arresto di mons. Jia e per la situazione di altri vescovi e sacerdoti “privati della libertà”.
Con la sua liberazione, rimangono ancora sequestrati due vescovi sotterranei: mons. Giacomo Su Zhimin (diocesi di Baoding, Hebei), 76 anni, arrestato e scomparso dal 1996; mons. Cosma Shi Enxiang (diocesi di Yixian, Hebei), 87 anni, arrestato e scomparso il 13 aprile 2001. In prigione o ai lavori forzati rimangono anche una decina di sacerdoti.
di Wang Zhicheng
AsiaNews 08/07/2010 14:54

4 commenti:

  1. Sono queste le notizie confortanti, ma accanto a queste notizie si intravede la noncuranza ed il silenzio, molto più frequente, del Vaticano.E' notizia recentissima che per le azioni in Francia di riordino della società, riportando zingari in Romania, monsignor Mereghetto tuoni contro la Franmcia come tuonò contro l'Italia che intendeva porre un freno all'immigrazione clandestina e sfruttamento associato dei migranti come forza lavoro al servizio di mafie.Evidentemente in Vaticano il,papa o chi per esso, non intendono o non possono fare quel ripulisti necessario per dare giusta vitalità e tono a tutta la Chiesa. Invece di nominare vescovi o cardinali cinesi per trattare con La Cina od altri paesi asiatici, si ostinano a nominare personaggi che o non sanno nulla o poco di quelle culture o agiscono in base a dottrine sociali e di mentalità tipicamente post-conciliare, cercando accomodamenti impossibili con regimi totalmente avulsi da ogni religiosità.Ciò è il risultato dell'esempio nefasto della "ostpolitik" vaticana del tempo di Paolo VI, che ha creato come conseguenza persecuzioni ancor più terribili congtro i cristiani in Unione Sovietica. In Vaticano non vogliono prendere esperienza da questi errori fatti finora ed intanto rendono precaria e garantita solo individualmente,dallo Spirito di Dio, la saldezza della fede dei martiri cristiani in ogni parte del mondo! Fino a quando Signore ?

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  2. E aggiungo, per finire che il cardinale emerito di HongKong, Giuseppe Zeng, ha dovuto inviare una lettera ai cattolici cinesi per spiegare meglio la "Lettera ai cattolici cinesi" mandata dal Papa ed ufficialmente bloccata dal governo cinese, poichè, con le solite frasi diplomatiche e poco chiare, nonostante la raffinata sensibilità cinese a capire tra le righe, era comunque difficile interpretare le parole.Leggedno quella lettera noi occidentali capiamo solo che le due entità religiose cattoliche (chiesa clandestina-fedele al papa- e chiesa "ufficiale" fedele al governo) devono risolversi a formare una sola comunità:"vogliatevi bene ed unitevi finalmente".
    A quanto pare anche i cinesi hanno capito la stesa cosa con tutti i turbamenti e difficoltà insite in un miraggio di questo genere!
    A quando letter chiare non solo ai cattolici, ma anche al governo, indipendentemente che voglia capire o meno ? Appunto per NON usare il solito sistema delle bastonate ai credenti o spingere ad adattamenti impossibili, e lisciate ai governi crudeli !

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  3. Tutto ciò rientra in quel grande calderone uscito dal Concilio Vaticano II per cui la chiesa non è rappresentata solo dalla chiesa cattolica, ma anche dalle altre chiese, un tempo chiamate scismatiche od eretiche.In base a questo principio(o riordino rivoluzionario), che dei cattolici cinesi seguano vescovi "sotterranei" od "ufficiali" diventa assolutamente ininfluente in senso spirituale. Diventa invece profondamente gravido di conseguenze,nei fatti concreti, per i religiosi che in grazia dello Spirito, non certo degli insegnamenti del Concilio e papi successivi,vogliono proseguire con obbedienza al papa ed alla chiesa universale!Ma sembra che al di là di "cordogli" più o meno esternati questi eroi della fede rimangano praticamente dimenticati dal Vaticano, anche se non dimenticati dai loro fedeli, anch'essi eroi da NON DIMENTICARE MAI, POICHE' SONO COLORO CHE SALVANO IL MONDO CON LE LORO SOFFERENZE,INSIEME CON I RELIGIOSI DELLE COMUNITA' CHE PREGANO INCESSANTEMENTE.

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  4. Dato il titolo del blog, che richiama parole di Papa a non accettare delle violenze sulla Chiesa e su quanto è la tradizione e la dottrina, prego di ricordare spesso questi martiri dimenticati di terre lontane. Anche nei paesi islamici sussistono delle tragedie immani cui il Vaticano post-conciliare non ha mai dato peso. Ricordo,come altro esempio il dramma dei cristiani caldei; sono i più antichi abitanti dell'Irak, sono stati rispettati dal governo del tiranno sanguinario, ma minacciati, picchiati e costretti alla fuga nel nuovo governo "democratico" sorretto dagli USA.Sono andati via a decine di migliaia rifugiandosi in Libano, Siria e Giordania. Forse una volta il Papa ha parlato di questa tragedia...1 volta !. In Terrasanta stessa situazione: i cristiani premuti da Israeliani e da islamici fuggono via.Però il Papa va nelle sinagoghe a portare omaggio ai "fratelli".Ricordare questi fratelli martiri è ricordare il danno fatto dal Concilio, è ricordare a chi legge che la nostra fortuna di vivere in Europa non ci esime dall'alzare la nostra voce a difesa loro, per far sentire ai sordi di Roma che la cristianità va difesa nel mondo e molti fedeli piangono nelle prigioni di regimi crudeli o di governi, crudeli solo contro i cristiani.Non è spedendo neocatecumenali nel mondo ed incoraggiandoli che si risolvono le persecuzioni ! Non è diffondendo una dottrina aberrante rispetto alla tradizione apostolica che si dà sollievo ai martiri dei nostri giorni!Anzi si fa loro più danno e si induce più disperazione poichè questi martiri della fede si domanderanno perchè la loro dottrina non è più accettata e ritenuta vecchia e superata! Saranno confusi e turbati !Non dimentichiamoci mai dei nostri VERI fratelli in Cristo.

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