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lunedì 18 ottobre 2010

L'avventuroso Monsignor Cesare Nosiglia...di Francesco Colafemmina.

NOSIGLIA: L'ARCIVESCOVO CHE NON SOPPORTA IL RITO ANTICO E AMA LE BALLERINE


di Francesco Colafemmina

L'avventuroso cimento di Monsignor Cesare Nosiglia, neo Arcivescovo di Torino, e delle sue ex pecorelle vicentine tradizionali, merita un articolo intero. Sicuramente mentre a Vicenza stappano il prosecco e alternano brindisi a preghiere, affinché la CEI non invii un Vescovo alla Nosiglia, a Torino è ora che si preparino.

Ballerine per i Cresimandi e Nosiglia Rock Star - Vicenza, Stadio Menti, 3 giugno 2006



di Francesco Colafemmina

L'avventuroso cimento di Monsignor Cesare Nosiglia, neo Arcivescovo di Torino, e delle sue ex pecorelle vicentine tradizionali, merita un articolo intero. Sicuramente mentre a Vicenza stappano il prosecco e alternano brindisi a preghiere, affinché la CEI non invii un Vescovo alla Nosiglia, a Torino è ora che si preparino.

Monsignor Nosiglia, futuro cardinale (magari non al primo turno), reggerà una delle più importanti sedi episcopali d'Italia. E' un progressista osservante, un devoto membro dell'organigramma della C.E.I., suggerito da Ruini e Bagnasco quale alternativa al candidato forte di Bertone e agli outsider dell'ultim'ora.

Per ricostruire un po' di storia recente sul neo Arcivescovo di Torino bisogna guardare a due grandi elementi del suo carattere: da un lato l'ostilità ammantata di bontà che ha dimostrato nei riguardi dei fedeli tradizionali, dall'altro la sua passione per l'arte contemporanea e gli spettacoli a botta di nani e ballerine.

2004

Nel dicembre del 2004 giungono sulla scrivania di Mons. Nosiglia, Vescovo di Vicenza, 673 firme che supportano una petizione per la celebrazione della messa secondo il Messale Romano del 1962, come previsto dal Motu Proprio Ecclesia Dei del Venerabile Giovanni Paolo II.

2005

Dopo aver accolto una delegazione del gruppo richiedente la suddetta celebrazione Mons. Nosiglia si ritira per deliberare e conseguentemente invia una lettera dove nega questa possibilità. Aggiunge il Nosiglia che se i fedeli lo vogliono possono partecipare alla celebrazione del rito nuovo in latino (come se si trattasse di un semplice vezzo legato al latinorum). Conclude con rituali benedizioni ed evocazioni di "celesti grazie" (le tipiche frasi che o ti fanno ridere o incollerire).

2008

Un gruppo di fedeli, corroborati dalla pubblicazione del Motu Proprio Summorum pontificum, si rivolge all'Arcivescovo per chiedere la celebrazione di una messa regolare in forma straordinaria. L'Arcivescovo, dopo varie sollecitazioni, accetta ed offre una chiesa ed un sacerdote per la celebrazione del rito in forma straordinaria.

2009

Sin dall'inizio i fedeli tradizionali cominciano a percepire che qualcosa non quadra. Il sacerdote che dovrebbe celebrare secondo il rito antico, pratica piuttosto un miscuglio fra vetus e novus ordo che fa agitar non poco quei devoti fedeli ansiosi di crescere spiritualmente attraverso la riscoperta del tesoro della tradizione per tanti anni negletto e disprezzato. Ne nasce così uno scambio epistolare piuttosto fitto. Il Vescovo ribadisce la propria disponibilità, delega le questioni rituali al sacerdote, ma nulla cambia. Permane la celebrazione nella forma stra(n)ordinaria...

Sempre nel 2009, un gruppo di fedeli della Val d'Alpone famosa per il vino durello e le sue squisite ciliegie, richiede la celebrazione della Santa Messa nella forma straordinaria. L'Arcivescovo risponde a questo gruppo "non meglio identificato" rinviandolo ad andare a Vicenza, nell'unica chiesa messa a disposizione per il rito in forma straordinaria. Insomma, se proprio vogliono dir "la messa in latino" che si facciano una quarantina di kilometri in macchina per andare a Vicenza!

Tutte le relazioni fra fedeli legati alla spiritualità del rito antico e Mons. Nosiglia sono perfettamente documentate sul sito dell'Associazione Una Voce delle Venezie.

Ma il clou, Mons. Nosiglia lo raggiunge a settembre del 2009, con l'inaugurazione delle nuove abominevoli sculture realizzate nel duomo di Vicenza per volontà del Monsignore. L'inaugurazione si struttura come un vero e proprio "evento" con ben 30 ballerine!!!




"In un'atmosfera gotica da "nome della Rosa", per alcuni minuti la Cattedrale è rimasta sospesa nel buio, dimostrando con più forza la sua presenza. Perfetto l'incipit del Mascioni sapientemente modulato dalle mani abili di Margherita Dalla Vecchia: c'è Arvo Pärt con Annum per annum e Trivium. La melodia è minimale, scorrevole, soffusa con la scelta delle registrazioni più delicate, flautate, mentre s'avanza la croce, simbolo di Cristo, portata davanti all'altare da una ballerina in bianco.
La danza che ritorna in Duomo, dopo oltre cinque secoli. Le coreografie di Caterina Bernardi, Elisabetta Cortella e Margherita Pirotto sono abbastanza lineari ma solo in alcuni passaggi riescono a sottolineare la potenza evocativa dello svelarsi del messaggio celebrativo. D'altronde l'intera serata va letta attraverso l'analisi simbolica ed evocativa. Per fortuna alla musica non è riservato un ruolo marginale, nè di ripiego. Anzi, quando Dalla Vecchia arriva alla partitura di Boëllmann con la sua Suite Gotica per Grande Organo op.25 le tre tastiere magnificano in toto il Segno (anche se gli effetti fumo rossastri attorno all'altare velato ci paiono più chic che eleganti..).
Ad hoc gli effetti di luce creati ad arte da "Fabbrica Lumiére' che interagisce anche con immagini video proiettate nella lunetta centrale dell'abside. Si possono vedere in verticalità e illuminate come mai accade, le preziosità del paramento Civran. L'elemento pittorico del '500 risalta grazie ad un sapiente gioco di luce e di ombre, di vuoti e di pieni e le colonne della navata centrale ricevono fasci di luce in tricromia grazie all'uso di barre a led: viola, rosso, azzurro, si mescolano mentre senza soluzione di continuità la musica diviene ancora più celebrativa.



Anche le immagini del video in movimento che attingono ad elementi significativi di maestri della Storia dell'arte occidentale , siglati nei momenti centrali della Natività. Passione, crocifissione, concorrono ad aumentare il clima di tensione emotiva per scoprire il primo nuovo arredo di Castagna: la cattedra, scoperta da tre ballerine avvolte dalla vis ritmica della elettrica Toccata di Heiller, infarcita di cluster e di sonorità nuove. Poi sono le note pure del Gregoriano riprese da Duruflé nel suo Choral varié sur le Veni Creator op.4 a segnare un altro passaggio significativo: l'ambone. Dalla potenza evocativa della parola si giunge al climax dell'altare, simbolo inamovibile della potenza di Cristo."

Insomma, a Nosiglia piacciono le ballerine, tanto da averne invitate 30 a fare una coreografia in cattedrale per scoprire i nuovi "arredi" (manco fosse il suo salotto - e sinceramente dubito che nel suo salotto l'Arcivescovo ci metta porcherie simili) velati di bianco.

Magari, a Torino in occasione di una prossima ostensione della Sindone, chiamerà il corpo di ballo del Teatro Regio...

D'altronde non è il solo a fare pagliacciate simili. Ricordo che nel 2002 nel mio paese, Acquaviva delle Fonti, il Vescovo Mons. Mario Paciello, nell'inaugurare la cattedrale restaurata (con tanto di copertura dell'altare antico con un enorme armamentario di legno con trono e tronetti per concelebranti, rimozione di due altari laterali parcheggiati in sagrestia, rimozione della sede vescovile, ecc. ecc.) chiamò una scuola di ballo locale ad "animare" l'evento. Ballerine in tutù scoprirono il nuovo altare e svelarono l'icona della Vergine...

Nosiglia è invece più orientato allo stile Ravasi: gli piace l'arte contemporanea (tanto da organizzare tre giorni di celebrazione "del genio creativo contemporaneo"), e ama la musica di Arvo Part. A Nosiglia piacciono anche le ballerine e i giochi di luce, ma il rito antico no. Per favore non stuzzicatelo: si è mai visto un Vescovo che, pur essendo destinato dal Papa al cardinalato, si adegui alle esortazioni liturgiche ed estetiche di Sua Santità? Non sia mai!

I Vescovi per essere tali devono ignorare quanto il Papa dice e fa.

Il Papa restaura la Cappella Paolina e la Sistina rimuovendo altari posticci, rimuove l'altare posticcio dalla Cattedra di San Pietro? E i Vescovi costruiscono nuovi altari obbrobriosi dalle forme ributtanti.
Il Papa celebra ad orientem, favorisce la diffusione del rito nella forma straordinaria? E i Vescovi vietano o limitano le celebrazioni nella forma straordinaria.
Il Papa cancella gli spettacoli dalle chiese, ridona dignità alle liturgie papali? E i Vescovi fanno entrare in chiesa ballerine a 30 alla volta.

Questa sì che è coerenza, ragazzi!

3 commenti:

  1. Dopo il Tettamanzi a Milano, eccone un altro, di diverse proposte, ma di medesimo stampo "moderno", a Torino! Ma che belle scelte!Mi sembra giusto,modernizzare queste diocesi ,Milano e Torino, così arcaiche e con le chiese strapiene di fedeli, ci voleva una bella ventata di "concilianesimo" per portare a miglior livello l'ecumenismo del "gioite ragazzi,allegria,siam tutti uguali".Il mio parere è che vi sarà ancor più distacco dalla chiesa e dalla fede, ma, contenta la Cei ed il Vaticano, siam "contenti" anche noi...Oh,eccome!
    Invece che sospendere un tipo da palcoscenico così, viene promosso ed inviato a Torino...

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  2. E fra tanti, proprio questo doveva toccarci...
    Dalla padella alla brace!

    Almeno il segretario che gli è stato assegnato è un prete vero. Non credo se lo sia scelto.
    Si veste da prete, legge il Timone ed obbedisce al Papa che cita in continuazione.

    Speriamo possa dissuaderlo dall'organizzare balletti e cose del genere nelle nostre chiese.

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  3. esattamente come sta facendo da oltre dieci anni mons caprioli a reggio emilia...
    il suo ultimo atto prima del pensionamento è stata la distruzione della bellissima cattedrale ... ma fatta con la scusa del restauro!
    e poi è da dieci anni che ci propina il "ballo liturgico" per cui la diocesi indice anche un corso annuale!
    roba da non credere!

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