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martedì 29 marzo 2011

«Questi bambini hanno un’anima – dice – e non voglio che la loro anima vaghi nel nulla senza che nessuno preghi per loro»...



di Raffaella Frullone


27-03-2011


Quante volte, soprattutto nel momento del bisogno, preghiamo il Signore con ardore chiedendo una grazia e facendo un voto? «Signore se mi fai questa grazia ti prometto che da oggi in poi mi impegno a …», «Signore se mi concedi quanto ti chiedo, ti prometto che rinuncio a …». E quante volte poi il voto è rimasto inadempiuto e delle nostre promesse non sono rimaste che parole vuote? Oggi noi vi raccontiamo la storia di un uomo che, per tenere fede ad una voto fatto a Dio in un momento tragico, ha salvato le vite di 70 bambini e cambiato per sempre quella delle loro madri. Tong Phuoc Phuc è un 44enne vietnamita. Nel 2001 viveva nella città costiera di Nha Trang con la moglie che aspettava il loro primogenito. La gravidanza però presentava delle complicazioni tali da mettere in serio pericolo le vite di mamma e figlio. Ecco che allora Phuc inizia a pregare, e incessantemente chiede al Signore che il figlio nasca sano e che sua moglie sopravviva al parto «Se mi concedi questa grazie Signore – supplicava – ti prometto che mi impegnerò ad aiutare gli altri». Non sapeva ancora quanto quella promessa avrebbe cambiato la sua e molte altre vite. Il parto si svolse senza problemi e il bambino nacque sanissimo, mentre la moglie di Phuc per riprendersi ebbe bisogno di una lunga permanenza in ospedale per le complicanze della gravidanza. Fu in quel periodo che Phuc notò qualcosa di strano: «Vedevo molte donne entrare in ospedale col pancione e uscire senza il loro bambino… quando ho realizzato che tutte quelle donne avevano abortito sono rimasto scioccato e ho deciso che dovevo assolutamente fare qualcosa». Da quel giorno Puch, che lavorava come muratore, inizia a risparmiare per riuscire a comprare un piccolo appezzamento di terreno fuori città. Poi inizia a recuperare feti abortiti dagli ospedali e dalle cliniche per seppellirli nel terreno e poter pregare per loro. All’inizio medici e infermieri pensavano fosse pazzo e anche la moglie era perplessa, soprattutto rispetto all’idea di risparmiare per costruire un cimitero per feti. Ma Puch era seriamente convinto e con costanza e determinazione bussava alle porte degli ospedali e portava via i corpicini abortiti, tanto che oggi sono 9000 i bimbi mai nati seppelliti nel suo cimitero «Questi bambini hanno un’anima – dice – e non voglio che la loro anima vaghi nel nulla senza che nessuno preghi per loro». Ma la parte più straordinaria del voto di Puch ancora doveva venire. In Vietnam l’aborto è molto diffuso. Il paese asiatico nel 2010 è entrato nella classifica dei dieci stati con la più alta diffusione dell’interruzione di gravidanza, fenomeno che interessa soprattutto le ragazze con meno di 19 anni.. Nel 2006 nel solo ospedale di Ho Chi Minh City sono stati praticati 114 mila aborti, numero di gran lunga superiore a quello delle nascite. Purtroppo molte donne vietnamite vedono l’aborto come una scelta obbligata dal momento che vivono in situazioni di estrema povertà, le minorenni inoltre, temono di non riuscire a crescere il bambino visto che ai rapporti prematrimoniali quasi sempre segue un allontanamento della giovane da parte della famiglia. Non solo, ad incidere è anche il numero degli aborti di figlie femmine, pratica cui i mariti costringono le mogli che non portano in grembo un erede maschio. Ecco che allora Puch decide di aprire la porta della sua casa alle madri in difficoltà accogliendo loro insieme ai lori piccoli. Il muratore garantisce loro un tetto e i pasti fino alla nascita del bambino e si impegna ad accogliere e allevare il piccolo fino al momento in cui la madre non si possa prendere cura di lui. Dal 2001 a oggi sono oltre 70 i bambini cui ha salvato la vita, 70 le donne alle quali è riuscito ad evitare il dramma dell’aborto soltanto parlando con loro mentre si recavano in ospedale con l’intenzione di interrompere la gravidanza. Almeno metà di queste donne hanno trascorso la gravidanza e i primi mesi di vita del bambino in uno dei due appartamenti che Puch ha allestito nel corso degli anni, anche grazie alle numerose offerte ricevute da chi veniva a conoscenza della sua storia. «A volte arrivo ad avere fino10-13 mamme che vivono qui con i loro bambini naturalmente. Quando i letti che ho a disposizione sono occupati, dormono sul pavimento. E’ difficile anche per loro ma appena si rendono conto della gioia della quale si sarebbero private rinunciando ad un figlio e del dramma che avrebbero vissuto, affrontano tutto con uno spirito ottimista. Cerco solo di dare agli altri la stessa gioia che il Signore ha dato a me». Minimizza Tong Phuoc Puch, recita filastrocche ad un bimbo mentre accarezza l’altro, rassicura le loro madri e le fa sentire parte di un’unica e grande famiglia. Ogni mattina cura i dettagli del cimitero che accoglie i feti come se fosse uno stupendo giardino, si ferma davanti alla statua della Vergine Maria e prega, poi lavora, torna a casa e si prende cura di tutte le vite che ha salvato o cambiato. Una storia straordinaria, ancor più straordinaria se si pensa a come è cominciata, con una supplica al Signore, con una grazia ottenuta, con una promessa mantenuta. fonte: La Bussola Quotidiana

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