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venerdì 18 ottobre 2013

"Non ho più le gambe ma non scapperei, mi hanno lasciato la testa attaccata al tronco: posso solo con grande gioia sputargli ogni giorno in faccia e chiamarli con il nome che essi meritano: vigliacchi assassini infami".

Fonte: Pietro Zucchetti...

 
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Buongiorno, mi chiamo Pietro Zuccheretti, ho 10 anni, e oggi vi racconto perché mi vedete così in questa immagine. E’ il 23 Marzo 1944, è iniziata la quarta primavera di guerra da pochi giorni, la mia città, Roma, è stata dichiarata da tempo ormai dal comando Germanico “città aperta” ovvero, data la sua particolarità di avere una quantità enorme di edifici e monumenti storici, non vi sono schierate né truppe né mezzi militari, volti a mettere a rischio l’incolumità dei monumenti millenari di questa città; inoltre a Roma vi è anche lo Stato Pontificio, altro luogo da preservare dalla guerra anche se, nonostante ciò, gli aerei degli angloamericani la sorvolano quotidianamente lanciando bombe dove capita, anche sul Vaticano stesso, ancora è fresca la ferita del bombardamento del Quartiere di San Lorenzo e ancora molta gente piange i morti di quel bombardamento che i posteri, molti anni dopo, facendo ricerche, scopriranno essere stato ideato da Solly Zuckerman, il teorico del bombardamento terroristico su civili indifesi e obbiettivi non più militari ma civili. 

Io sto camminando per strada, mi trovo in Via Rasella, all’altezza di palazzo Tittoni, e mentre percorro questa strada, in senso opposto marciano inquadrati nei ranghi 156 uomini della 11° Compagnia del reggimento “Bozen”, comandato dal Maggiore Helmut Dobbrick: questa strada viene quotidianamente percorsa da questi soldati della Feldgendarmerie dopo le esercitazioni quotidiane.

 Vi faccio notare che, proprio perché la mia città, Roma, è stata dichiarata “città aperta”, non vi sono né truppe né carri armati, il servizio d’ordine pubblico è demandato alla P.A.I: (Polizia dell´Africa Italiana) e ai riservisti della Feldgendarmerie, oltre ai Militi delle Brigate Nere: ciò per volontà di Benito Mussolini e di Hitler in persona. Questi uomini, hanno il compito esclusivo di svolgere attività di Ordine Pubblico, non sono impegnati al fronte, né impegnati in azioni belliche di alcun rilievo contro il nemico angloamericano che è impantanato e bloccato nella zona di bonifica dell’Agro Pontino dal mese di Gennaio ‘44 quando gli angloamericani sbarcati a Nettunia per volontà del premier inglese pensavano di raggiungere Roma in pochi giorni mentre in realtà, le truppe Germaniche e i Battaglioni Nembo, Barbarigo, Degli Oddi, e i Genieri della GNR con un altissimo prezzo in termini di perdite umane li hanno inchiodati sulle loro posizioni. Non passa giorno che a Roma in città non si registrino azioni isolate di uccisioni alle spalle, di agguati ai militi della GNR che vengono uccisi e lasciati sanguinare sul selciati, sui sampietrini. Ciò produce preoccupazione e sdegno anche da parte del Pontefice Pio XII, il quale teme una recrudescenza sanguinosa ed altri inutili morti, perché il Pontefice è perfettamente conscio del rischio dell’avanzare del comunismo (che teme e deplora platealmente) ed altresì è perfettamente conscio del fatto che uccidere un singolo milite alla schiena e poi scappare non anticipa di certo la fine della guerra ma altresì non fa altro ch esacerbare gli animi già tesi. 
Oggi è il 23 Marzo, è il secondo giorno di primavera, una primavera di guerra, triste, affamata, il cibo scarseggia, ma è anche il 25° anniversario della fondazione dei Fasci di Combattimento di San Sepolcro a Milano, e quindi i GAP (Gruppi Azione Patriottica) si sentono in diritto ed in dovere di compiere un´azione terroristica di guerriglia, convinti di dimostrare agli angloamericani che loro sono capaci di risolvere in pochi giorni il conflitto bellico sul sacro suolo della Patria invasa da eserciti di molte nazioni straniere. Improvvisamente, scoppia un ordigno, si tratta di 18 chilogrammi di tritolo collegato ad una miccia ed un detonatore a strappo collocato all´interno di un carretto della spazzatura e, nel confezionamento dell´ordigno, vengono collocati chiodi e spezzoni di ferro, al fine di rendere micidiali le schegge che si propagano al momento dello scoppio. E’ un attimo: 26 riservisti Germanici muoiono sul colpo, altri 7 moriranno poco dopo il ricovero all’ospedale del Littorio e oltre a loro, muoiono anche due civili che si trovavano inconsciamente al posto sbagliato nel momento sbagliato. Nella deflagrazione, anch’io, Pietro Zuccheretti, di anni dieci, romano, vengo colpito in pieno dall’esplosione e vengo ridotto così come mi potete vedere nell’immagine: del mio corpo rimane intatta solo la parte che vedete, i miei piedi e le mie gambe non verranno mai ritrovate e verrò messo in una piccola bara di legno fatta con semplicissime assi da cantiere.

 Mentre vengo colpito dalla deflagrazione e muoio sventrato, e la mia unica colpa è quella di trovarmi lì per caso, altri gappisti lanciano bombe a mano contro i riservisti Germanici e poi si danno alla fuga a gambe levate. Ma chi furono gli artefici di questa proditoria azione? Chi furono i gloriosi e radiosi personaggi di questa “azione militare”? Eccoli: Rosario Bentivegna (ex Fascista del GUF) che, travestito da spazzino, trasportò la bomba con la carretta; Franco Calamandrei, che si tolse il berretto per indicare a Bentivegna che il reparto aveva imboccato via Rasella e che la miccia per l’esplosione doveva essere accesa; Carla Capponi, che aspettava Bentivegna all’angolo di via delle Quattro Fontane; e poi Carlo Salinari, Pasquale Balsamo, Guglielmo Blasi, Francesco Cureli, Raoul Falciani, Silvio Serra e Fernando Vitagliano. Questi giovani (tra i 20 e i 27 anni) facevano parte di uno dei tanti gruppi denominati di Azione Patriottica (Gap) e dipendevano dalla Giunta militare, emanazione del Comitato di Liberazione Nazionale (Cln), di cui erano responsabili Giorgio Amendola (comunista), Riccardo Bauer (azionista) e Sandro Pertini (socialista). L’ordine di eseguire l’imboscata di via Rasella, preparata nei minimi particolari da Carlo Salinari, fu dato dai responsabili della Giunta militare. Successivamente Bauer e Pertini dichiararono di non essere stati preventivamente informati e che l’ordine venne dato da Amendola a loro insaputa.

 Amendola stesso, qualche tempo dopo, confermò la versione, rivendicando a se stesso la responsabilità di aver dato ai “gappisti” l’ordine operativo per l’attentato. La sera del 26 marzo i giornali pubblicarono il testo del comunicato ufficiale germanico. In uno stile freddo, burocratico, la cittadinanza romana viene a sapere che: “Nel pomeriggio del 23 marzo 1944 elementi criminali hanno eseguito un attentato con lancio di bombe contro una colonna tedesca di polizia in transito per via Rasella. In seguito a questa imboscata trentadue uomini della polizia tedesca sono stati uccisi e parecchi feriti. La vile imboscata fu eseguita da comunisti-badogliani. Sono ancora in atto indagini per chiarire fino a che punto questo fatto è da attribuirsi ad incitamento anglo-americano. Il Comando tedesco è deciso a stroncare l’attività di questi banditi. 

Da questa azione, scaturisce in seguito tutto ciò che di drammatico accadrà, sfociando nell’eccidio delle Fosse Ardeatine, (dove la Convenzione dell’Aja dichiara fatto legittimo), e la macabra uccisione di Donato Carretta, linciato e gettato nel Tevere su delazione della moglie di un detenuto comune che lo indicò come il maggior responsabile anche se nessuno disse mai che si adoperò nel chiudere gli occhi quando evasero Saragat e Pertini e fece di tutto per placare la violenta reazione Germanica (legittimata dalla Convenzione dell’Aja) e via via tutto ciò che ne conseguì e che ancora oggi, a distanza di moltissimi anni, voi Italiani dovete subire come unica verità storica da parte dei cosiddetti “eroi”.

 Ecco, proprio della parola “eroi” prima di ritornare nell’oblio voglio raccontarvi questo: nel dopoguerra, i responsabili di questo agguato terroristico inutile, causa e prodromo delle Fosse Ardeatine, costoro sopra elencati, ricevettero una medaglia d’oro al merito e, quando un giornalista li intervistò e disse loro “…ma perché non vi consegnaste alle autorità, avreste evitato la strage delle Fosse Ardeatine, il massacro di gente innocente…” la risposta secca fu “…non ci consegnammo e non ci volemmo consegnare perché ci avrebbero immediatamente ucciso e noi non volevamo morire da eroi”. Bene, da quel famoso 23 Marzo 1944, ad oggi, nessun politico, nessuna istituzione, nessuna associazione nazionale partigiani italiani, nessun presidente del consiglio, della repubblica (delle banane) mi ha MAI ricordato, MAI. Io non esisto, io non sono mai esistito nella storia della vulgata resistenziale: non esisto perché ero solo un ragazzino di 10 anni, inerme e indifeso che, assieme agli altri due civili passavano di li in Via Rasella dove integerrimi e valorosi ed intrepidi terroristi poi medaglisti, fecero ciò che fecero. Mio padre combatté lunghe battaglie nel dopoguerra affinché il mio nome apparisse sui libri di storia, venisse ricordato nelle scuole, venisse citato nelle celebrazioni annuali del ricordo, ma nulla. Nulla di tutto ciò. Io non esisto per loro.


Per loro esistono solo coloro che materialmente compirono l’attentato, esistono solo le frasi trite e rigonfie di vanagloria, per loro esistono solo i loro martiri e le loro eroiche azione contro il barbaro oppressore nazi-fascista. Oggi, dopo tanti anni dalla mia morte, con un ghigno di sorriso beffardo, ho iniziato a sputare in faccia a Pertini, a Scalfaro, e a tutti coloro che man mano la giustizia divina mi porta al mio cospetto: non ho più le gambe ma non scapperei, mi hanno lasciato la testa attaccata al tronco: posso solo con grande gioia sputargli ogni giorno in faccia e chiamarli con il nome che essi meritano: vigliacchi assassini infami. Un caro saluto a tutti voi e Viva L’Italia. Pietro Zuccheretti, di anni 10, romano. Italiano.
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 Il video testamento di Priebke...

4 commenti:

  1. Suggestivo e commovente ! Peccato che, alla fine , sia surreale e poco ortodosso nella visione cristiana.
    Piuttosto saranno sputati in faccia non dallo Zuccheretti, che ci auguriamo in Paradiso, ma da compari degni di loro: ex don Gallo, Martini, il baciacorano, il "buono" , e l'orecchiuto. Personaggi che , essendo al più alto livello ecclesiale hanno abiurato al loro compito ed hanno svenduto , della Chiesa, beni materiali e spirituali , per compiacere il mondo, in particolare i deicidi padroni dell'economia
    Auspicabile di no ! Ma la visione buonista attuale non è la visione della Giustizia di Dio.
    Il ragazzino lo vedrei che guarda da lontano, da molto lontano quei miserabii che giornalmente finiscono all'Inferno per avere mentito sempre, a sè stessi ed al mondo e sono finiti nella Menzogna eterna, "là dove è pianto e stridor di denti! ".
    Che il Signore abbia pietà di tutti i morti di morte violenta che hanno lastricato la seconda guerra mondiale.

    Il sito "riscossa cristiana" pubblica altri articoli storici molto interessanti sulla vicenda Via Rasella-Priebke. Ed i commenti sono in linea senza certe onnipresenti donne loquaci che bazzicano spesso nei blog, ma evitando anche questo, per nostra fortuna...

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    Risposte
    1. Hai ragione Mardu,
      il testo - che era comunque degno di risonanza - è di tale Daniele Caluppi, che forse non ha una solida concezione cristiana circa la Vita Eterna e la condizione delle anime nell'Aldilà....specialmente di quelle che godono la visione beatifica di Dio.

      E' comunque fuor di dubbio che chi avrà in questa vita tanto leggermente sacrificato altre vite umane (come testimonia la risposta di Franco Calamandrei - uno degli autori dell'attentato - che abbiamo pubblicato nell'articolo precedente:
      "Retorica, sentimentalismo! Sono un marxista, caro mio, e come tale devo conservare la mia vita per la causa. Quella degli altri conta sino ad un certo punto» )
      è certo che quando comparirà davanti a Dio avrà anche di fronte le vittime innocenti delle sue inique azioni, e se precipitasse all'Inferno allora veramente se le ritroverà davanti a sé, come una orribile allucinazione perenne, a ricordargli per l'eternità quello che ha fatto.....

      Il bambino, ne sono certa anch'io, non odia nessuno perché la visione beatificante di Dio lo smemora di ogni male....e perché in Cielo non c'è odio ma solo Amore.

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  2. Povero bambino. Straziante il tentativo del papá di farlo ricordare... Ma come il povero Pietro tanti scomparvero, sopratutto in Emilia, giustiziati e sepolti nei campi. Anche partigiani cristiani non in linea con il pensiero dominante. Dopo quasi settant'anni è ancora impossibile far luce e raccontare con obbiettivitá cosa successe in quegli anni. Verrá il giorno. Intanto Pietro se la ride in Paradiso vedendo arrivare frotte di "eroi" medagliati, incensati, onorati e riveriti spediti a calci nel deretano al mittente ovvero quello che se la ride altrettanto all'inferno. Maria Lu.

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  3. Cattolicesimoincancrena20 febbraio 2014 alle ore 22:50

    Se pensiamo a quello che hanno fatto i comunisti c'è da rabbrividire: solo massacri,milioni e milioni di morti e ancora oggi si colpevolizzano in tv sempre i soliti,quelli che fanno comodo al nuovo ordine del male,il giudaismo organizzato col suo cane a guinzaglio,il cattolico demenziale.Gli americani e inglesi idem,popoli criminali.Nessuno è immune da colpe,ma oggi fanno di tutto per redimersi questi infami.Il cattolicesimo è alla frutta meno male,perchè questo cattolicesimo è solo ed unicamente pensiero del male: il demonio si manifesta con la menzogna e quindi questo papa è demoniaco.
    Il mio pensiero va al povero ragazzino dimenticato,prego per lui.

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